Y AMOR DULCE VENENO
Ay, amor! glorioso infierno
Y de infernales injurias,
León de celosas furias,
Disfrazado de cordero.
(by; Mariano Melgar)
L'aeroporto
di La Paz - si chiama El Alto non ha caso è il più alto aeroporto al mondo!
Nella
capitale boliviana io, Thomas e Rebecca
abbiamo aspettato l'arrivo di Roberta e Gianni partiti da Milano Quando
finalmente anche Gianni e Roberta ci hanno raggiunto in hotel il nostro gruppo era al completo. Siamo in
tutto sei pazzi scatenati che hanno voluto visitare la Bolivia anche con la
bicicletta. Ecco il nostro gruppo: Io,-Thomas,
Rebecca e Ignazio (partiti dal Canada) - Roberta e Gianni (partiti
da Milano).
La
Paz è una città a tratti modernissima
situata sopra un grande altopiano a circa 3600 metri sopra il livello del mare. Il nostro albergo si trova nel quartiere Calacoto in Avenida Arce ed un po' di riposo è consigliato, prima di mettersi in
movimento, soprattutto per acclimatare il
corpo alla rarefazione dell'ossigeno che
crea uno stato di malessere soprattutto se non si è abituati a frequentare l'alta
montagna. Lo spettacolo che si vede
dalla mia finestra è suggestivo praticamente tutta la città è circondata da
imponenti montagne che fanno parte della Cordigliera Reale. Quando
guardi le montagne, intorno a La Paz, ti
sembra di stare a bassa quota, in realtà
si è a più di 3500 metri sopra il mare
e, non a caso le montagne boliviane sono soprannominate il Tibet
D'America. L'inverno in Bolivia presenta, in genere, un clima secco ed è
quindi il più agevole per chi viene dall'Europa soprattutto. Dopo un meritato riposo in albergo, io e i miei compagni di viaggio abbiamo
percorso la tipica via cittadina Calle Jaen,
ricca di negozietti e abitazioni coloniali e li abbiamo sostato anche per una cena accompagnata dal
tipico pane marraqueta e la Kauka. All'indomani abbiamo proseguito la visita della città in direzione del Museo Preciosos Precolombinos ricco di manufatti
d'oro e resti archeologici
precolombiani. Strada facendo ci
siamo immersi nel famoso mercato degli
stregoni e delle streghe e proprio in questo luogo Thomas
si è inebriato con mille scatti di fotografie. Quante ne ha scattate gli ho domandato? Lui
non ha risposto ma sicuramente più di un centinaio. Thomas praticamente è rimasto
folgorato dalla bellezze delle donne boliviane agghindate con monili e cappellini tessuti con fili di lana coloratissimi. Un consiglio: attenzione alle streghe boliviane! Potrebbero offrirvi intrugli
magici e allucinogeni. Se avete sete consiglio di bere un mate de coca, oppure un'altra bevanda tipica di nome - api - ricavata dalla macinazione di
un particolare granoturco che vive in
alta quota, si possono comunque trovare anche succhi di agrumi venduti dagli ambulanti della zona che vivono
grazie ai loro baracchini sparsi in tutta la città. La notte è freddissima a La Paz
ed è quindi consigliato l'uso di maglie pesanti....se vi dimenticate i maglioni di lana non c'e'
problema potete approfittare degli splendidi mercatini che offrono mantelline, cappellini ed anche maglioni di
lana dai tipici colori giallo-rosso con ricami blu cobalto. Un vero affare visto anche i costi bassissimi
rispetto ai nostri europei.
(FOTO - mercatino delle streghe La Paz)
Dopo
una pausa cittadina a La Paz, durata
circa 3 giorni io e i miei
compagni abbiamo ripreso il viaggio verso l'Isola del sole sul lago
Titicaca. Prima abbiamo visitato l'acropoli di TIWANAKU
un luogo importante per la storia
del Sud America. A
Tiwanaku sussistono le testimonianze di una popolazione vissuta in epoca precedente gli
Incas. A tiwanaku sorgono i resti di edifici sacri a forma di piramide ancor prima dell'antico periodo egiziano. Vi
sono inoltre monoliti e strutture di pietra gigantesche che forse servivano da altare per fare entrare
la luce solare sulla terra. La
piramide di Akapana è la struttura
dominate ed alcuni archeologi sono attualmente ancora al lavoro per cercare di
portare alla luce altri reperti o testimonianze di questo antico popolo.
Tiwanaku è anche denominata "la città sotterranea" perché molte case
furono costruite sotto terra,
vivevano così riparati. I resti di questa civiltà - tra i più antichi della storia, si parla di circa 8000 anni a.c,
precede gli Incas ed anche le piramidi dei faraoni. Si tratta davvero di un'importante
civiltà i cui segreti si collegano alla storia della Bolivia e di tutto il Sud America.
Dopo
la visita a Tiwanaku, il viaggio prosegue verso Manco Kapac. In questo posto si trovano altri resti archeologici nei pressi del villaggio di Yampupata.
Ed eccoci all'indomani a Copacabana!
Qui finalmente inizia il nostro viaggio
sportivo. Il nostro gruppo si è munito di biciclette e si procede verso
il lago Titicaca. Ignazio
l'amico canadese (di origine boliviana) ha
inoltre prenotato il soggiorno a Copacabana, presso un
albergo comodo ed accogliente. L'albergo
è tipicamente arredato in stile boliviano, si chiama
Hotel Las Olas ed è dotato di bungalow. Abbiamo sostato in due bungalow con annesso giardino così ognuno di noi ha
potuto parcheggiare la bicicletta accanto alla stanza. Non distante dall'Hotel sorge l'antica cattedrale di Copacabana, affollata di turisti e pellegrini. Molto bello il cortile moresco
della cattedrale ed il bellissimo altare
che domina il centro della chiesa con la scultura della Virgen de la
Candelaria, santa patrona di Copacabana .
L'itinerario in bicicletta procede all'indomani per oltre 15
Km di sterrato si pedala vero la penisola
Yampupata, con la vista sul lago Titicaca. Da li si raggiunge l'Isola del Sol ed Il
posto è magnifico. Davanti ai nostri occhi si vede un luogo
circondato d'azzurro (il lago è talmente grande che sembra mare) inoltre
non mancano i rilievi archeologici che
ci accompagnano sempre in ogni tratto di
terra.
Sull'isola del Sol siamo arrivati
tramite un piccolo traghetto. La sosta notturna non è stata facile e per
l'occasione, tutto il nostro piccolo
gruppo di ciclisti ha sostato nel villaggio di Yumani nella parte meridionale
dell'isola. Siamo rientrati l'indomani a Copacabana in Hotel, dal quale siamo ripartiti per raggiungere, sempre in bicicletta la frontiera
peruviana. Abbiamo pedalato per altri 18
Km ammirando suggestivi paesaggi molti dei quali situati sul bordo del lago
Titicaca.
A Puno abbiamo passato un paio di giorni e poi abbiamo proseguito il nostro percorso in bicicletta vero un luogo stupendo
e popolato dagli Uros. Abbiamo visitato le loro piccole isole di Amantani e Taquile. Queste particolari isolotti sono galleggianti perché sono composti con la Tora, anche le loro barche sono fatte di questo
materiale vegetale, molto leggero ma
resistente. Perchè queste isole galleggiano? Pare che furono costruite
anticamente dagli Uros per auto-difesa. L'isola o villaggio era mobile così potevano
spostarsi nell'enorme lago, al fine di proteggersi dagli attacchi degli invasori o tribù nemiche. Su queste
isole è molto bello sospendersi nel
tempo. Ovviamente se si vuole andare sull'isolotto galleggiante su usano le imbarcazioni ma senza bicicletta.
Quando abbiamo fatto ritorno a Puno in Perù, abbiamo organizzato il nuovo itinerario in bicicletta in direzione di Ayaviri. Il viaggio è stato faticoso, causa il vento, e la nostra pedalata - per così dire - è
durata circa 15 ore per 80
km! Abbiamo comunque approfittato di una sosta
presso l'abitazione di un
conoscente di ignazio che ci ha invitato
a bere un Pisco (bevanda leggermente alcolica) a casa sua. Il bicchierino di Pisco era accompagnato
da un budino al latte molto dolce. Inoltre
Ayoze, così si chiama l'amico di Ignazio che ci ha ospitato, ci ha raccontato la storia di Mariano Melgar Valdiviezo un
patriota e poeta romantico considerato anche "capo stipite" della letteratura contemporanea peruviana. Mariano Melgar, agli inizi dell'Ottocento ha lasciato l'abito
talare per dedicarsi alla rivoluzione degli indios tormentati
da un esasperato colonialismo, Mariano Melgar era anche un estimatore e traduttore delle
opere di Ovidio e Virgilio. Anche Ayoze conosce i letterati latini e nella piccola casa dei suoi familiari, in cui vive per qualche mese l'anno per via del lavoro che svolge prevalentemente in Messico, conserva ancora nella sua piccola stanza uno scaffale di legno e calce bianca sul quale sono riposti molti libri e tra essi mi ha mostrato La Tregua di Primo Levi e L'Eneide di Publio Virgilio Marone. Nella casa di Ayoze abbiamo anche notato un portico circondato da alcuni alberi fioriti e, poco
lontani i Lama pascolavano tranquillamente accanto ad un gruppo di
bambini che giocavano con corde e palline variopinte. Ayaviri è un paese caratterizzato da una grande cattedrale che abbiamo visitato velocemente perché la stessa sera avevamo un incontro con Federico, un italiano che si trovava e si trova tutt'ora in Perù per dare una mano ad un'Associazione umanitaria internazionale che fa riferimento ad un progetto di riqualificazione di alcune aree agricole peruviane. Abbiamo quindi trascorso la serata con Federico ed altri suoi compagni - in tutto eravamo 18 persone - che venivano da Milano, Cesena, Pisa.
Di ritorno da Ayaviri, fino a Puno (questa volta utilizzando la Gip sulla quale abbiamo messo a riposo le nostre biciclette!) in albergo abbiamo fatto i bagagli per ritornare a La Paz - percorso sempre in Gip! Nella
capitale boliviana Io, Rebecca ed il
mio collega Thomas, Gianni e Roberta, la mattina seguente abbiamo salutato la capitale boliviana e ci siamo recati all'aeroporto ...fine della vacanza! invece Ignazio si è fermato a La Paz per sostare, ancora un paio di settimane, a casa
dei suoi parenti che non vedeva da diversi anni.
Tutto
sommato è stato un viaggio estremamente piacevole e interessante, la Bolivia (definita anche Alto Perù) non è soltanto una terra agricola ma nasconde ricchezze di grande valore artistico oltre che archeologico. Il Titicaca è un immenso mare. La compagnia inoltre era graditissima e ben predisposta all'avventura. Ringrazio
soprattutto Ignazio che ci ha fatto da guida mettendoci a disposizione
le biciclette ed anche la Gip di supporto che lui gentilmente ha guidato per sostenere le nostre fatiche ciclistiche!
Esistono comunque tra la Bolivia ed il Perù ottimi collegamenti anche con i taxi che costano relativamente poco. Chi volesse intraprendere un viaggio in Bolivia, con l'uso
di biciclette consiglio vivamente di tenere in seria considerazione l'altitudine. Le strade sono spesso sterrate e presentano
dislivelli notevoli. Consiglio
una buona preparazione fisica anche per un percorso relativamente breve, come il nostro che in tutto ha contato si e no - 100 km. Occorre
anche fare attenzione alla temperatura
che passa dai meno 5 ai più 25 gradi C. Consiglio inoltre
di affrontare il viaggio d'inverno che equivale all'estate in Europa.
Il mio viaggio è
durato circa 14 giorni - Ciao a tutti!!!
Simo Strada.